La Monaca di Monza : Venere in convento di Roberto Gervaso

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Dimmi in ciel Luna che fai

    Group
    Member
    Posts
    795
    Location
    Modena (Italia )

    Status
    Offline
    Inizio questa discussione spero gradita su uno dei personaggi che ammiro molto...............anche lei personaggio denigrato, spesso non capito , con un anima nera che la portò a toccare penso oltre il fondo
    Prenderò spunto da questo libro che ho letto e che lo trovato molto bello per parlare di questa donna, per renderle forse un pò di quella giustizia che su questa terra non le è stata data

    libro%20la%20monaca%20di%20monza%20roberto%20gervaso%20bio012

    Addio alla Monaca di Monza quale peccatrice, dedita alle peggiori efferatezze sessuali con scellerati; dopo questo libro essa dovrà essere definita solo come "sventurata" come fece del resto Alessandro Manzoni del X capitolo dei Promessi sposi.
    Chi si fosse elettrizzato leggendo la celebre biografia di Mario Mazzucchelli si calmi; chi si fosse avventurato, come del resto il Manzoni nella "Storia patria" scritta nel ' 600 dal canonico Ripamonti, se la dimentichi; chi per sua virtù masochista avesse anche letto "Fermo e Lucia", il primo abbozzo dei Promessi sposi, in cui la storia della monaca Gertrude era ricca di nequizie poi scomparse nel romanzo, cancelli tutto dalla sua memoria. Perchè solo con la pubblicazione delle 606 pagine integrali degli atti del processo che turbò Monza, Milano e il cardinale Federigo Borromeo tra il 1607 e il 1609, sapremo tutta la verità. E subito monsignor Umberto Colombo, conservatore della casa del Manzoni, mette in guardia chi, appena possibile, potrà sfogliare il prezioso volume arricchito da saggi di sette studiosi e da una prefazione di Giancarlo Vigorelli, presidente del Centro: che mondino la loro mente da ogni giubilo erotico, che non scambino il severo e accurato lavoro dei saggi per pornografia di lusso: che non facciano scempio della rigorosa ricerca, volta solo a stabilire la verità della vita di suor Virginia, nata Marianna de Leyva: "Se mai lettori e giornalisti compissero questo scempio, non diano la colpa a noi studiosi, ma solo alla loro bassezza". Sia pur sgridati, i presenti alla conferenza stampa ascoltano con passione Giuseppe Farinelli che è il quarto studioso ad aver visto gli atti originali del processo, gelosamente conservati nell' archivio segreto della curia e raccolti in dieci fascicoli: il primo fu Alessandro Manzoni, che lo ebbe in mano dopo aver scritto la stesura definitiva della dolorosa storia della sventurata Gertrude; poi Tullio Dandolo, a metà dell' 800, che ebbe il permesso di tenerlo dieci giorni; infine nel 1957 il mai abbastanza sgridato Mazzucchelli soprattutto perchè la sua biografia vendette più di 400 mila copie, probabilmente agitando i sonni di giovinetti. A Farinelli invece, l' arcivescovo di Milano ha concesso di sfogliare gli antichi atti per 18 mesi: il che gli ha permesso di decifrare la scrittura sbiadita, anche con l' aiuto della brachigrafia, scienza che studia le abbreviazioni, perchè buona parte degli atti, scritti in latino (quando parlano i giudici o nel caso delle sentenze) o in lombardo del ' 600 quando parlano i testimoni e gli accusati, sono come stenografati. Dopo questa lettura accurata che viene riproposta integralmente, al Mazzucchelli se ne imputano di ogni colore: l' aver sbagliato di qualche mese l' età di suor Virginia il che può far pensare che sia stata fatta monaca, oltre che contro la sua volontà, anche prima dei 16 anni, età indispensabile per prendere il velo; di aver parlato della proposta di fuga di un prete assatanato con una monaca devota verso Venezia e non come negli atti, verso Ginevra, dove c' era la chiesa riformata. Sono particolari essenziali, che fanno rabbrividire lo studioso, mentre magari il lettore comune inseguirebbe più voracemente la bella deposizione di suor Virginia, confermata sotto tortura e piena di passionalità, sottomissioni, stregonerie, voglia di cavarsela ad ogni costo, cosa che poi come sanno tutti, non le riuscì. "Soprattutto gli atti sono arricchiti da un italiano lombardo dell' epoca, molto poetico, istintivo, che li rende anche un documento popolare di grande interesse, mentre chi se ne è servito, li ha sempre italianizzati, rovinandoli". Lo storico Attilio Agnoletto, commuove tutti ricordando che la povera protagonista di grandi e miserabili romanzi fu soprattutto una vittima, "violentata quando fu forzata a farsi monaca, violentata quando le badesse la costrinsero a fermarsi in convento, violentata quando l' Osio spezzò le sue resistenze, violentata quando le fu portata via la figlia, violentata quando fu torturata dal vicario criminale e poi sepolta viva, per 15 anni, in una miserabile celletta".


    LaSignoradiMonza_-Giuseppe_Molteni

    Titolo: La monaca di Monza
    Autore: Roberto gervaso
    Genere: Romanzo storico
    Pagine: 204
    Casa editrice: Edizione CDE spa-Milano su licenza del gruppo editoriale Fabbri
    Data edizione: 1984

    Roberto Gervaso racconta una tra le più intriganti e inquietanti love story di tutti i tempi, quella tra la bellissima e aristocratica Virginia de Leyva (la Gertrude manzoniana), nobildonna di famiglia spagnola monacata a forza appena adolescente, e Gian Paolo Osio, giovane e spregiudicato play-boy dell'epoca privo di scrupoli e rimorsi. Teatro della vicenda è il monastero di Santa Margherita, a Monza, tra gli ultimi anni del Cinquecento e l'inizio del Seicento. In queste pagine Gervaso ricostruisce e racconta tutto quello che il Manzoni nascose sotto il sublime "da sventurata rispose": gli incontri peccaminosi, le due gravidanze, la fine terribile degli amanti che, scoperti, furono condannati lui alla decapitazione, lei a essere murata viva.

    14-monaca-monza-pagina


    è difficile commentare questo libro che di per sè non è un romanzo, a mio parere, ma una ricostruzione storica molto dettagliata...
    Quando ho iniziato la lettura pensavo infatti più ad un romanzo e per questo sono rimasta un pò delusa.

    Resta il fatto che esposta fra le pagine di Gervaso ci sia una grandissima passione e determinazione affinchè l'amore perduri nonostante gli evidenti ostacoli dogmatici!
    Se il libro fosse stato scritto oggi, ai tempi nostri, forse non avrebbe avuto il clamore che invece tale storia fece ...La monaca di Monaca, da noi tutti associata a simbolo del peccato...in realtà ha amato un uomo..uno soltanto e non senza provare gioie effimere inevitabilmente seguite da grandissimi e logoranti sensi di colpa che la portavano di volta in volta ad autopunirsi infliggendosi punizioni inenarrabili ...spesso ho stretto forte gli occhi dinanzi a certe cose che le monache si imponevano per allontanare da loro la tentazione del peccato...o per allontanare la colpa una volta compiuto il " fattaccio"
    Fattore determinante la spesso inesistente vocazione ad offrirsi unicamente al Signore; La nostra Virginia de Leyva non avevo certo intenzione di farsi monaca...è stata,con l'inganno e la fomentazione, vittima di un padre inesistente e di una zia bigotta.
    Ha espiato le sue pene, al punto da divenire poi in odor di santità,e a settantacinque anni è "calata nella tomba" dopo una vita intrisa sì di rosso sangue ( di cui però non era la diretta responsabile) sia di rosso passione!

    La sua fama attuale si deve soprattutto al romanzo I promessi sposi, nel quale Alessandro Manzoni trasse ispirazione dalla sua vicenda cambiando la composizione della famiglia, la cronologia, certi altri particolari vengono mutati...nel libro di Manzoni infatti non si parla della zia nè tanto meno Virginia resta orfana di madre ( come invece è nella realtà) ancora bambina e le viene affidato il nome manzoniano di Gertude.


    Curiosità sui luoghi della storia raccontata, da Wikipedia:

    -Ai de Leyva è dedicata una via centrale di Monza che congiunge via Enrico da Monza con via Lecco.

    -Via della Signora a Monza, il cui tracciato costeggia l'antico giardino del soppresso convento di S. Margherita, è la strada dedicata a Suor Maria Virginia de Leyva.

    -Molti, erroneamente, identificano lo storico collegio delle suore preziosine in via Lecco, sede di un Liceo Artistico rinomato, con il convento delle monache del romanzo manzoniano.

    -In via Marsala n.44 a Monza si trova l'ex convento dei frati cappuccini, ora in fase di riconversione residenziale, citato nel romanzo I promessi sposi, dove Renzo e Lucia furono inviati dal padre Cristoforo dovendo fuggire da Lecco.

    -La lapide murata in loco recita: «Questo luogo già convento dei Cappuccini fu immortalato dall'arte dei Promessi sposi. Rifugio di deboli difesa di oppressi esaltazione di umili su prepotenze e tempi vindice la benefica fede ai trionfi avvezza.»

    Nel complesso, un libro da leggere ma da approcciare come una ricostruzione storica e non come un romanzo.
     
    Top
    .
  2.  
    .
    Avatar

    Vivi una buona vita onorevole, così quando sarai vecchio e te la vedrai passare davanti agli occhi, potrai gioirne una seconda volta. Condividi la tua conoscenza e sii gentile con il prossimo, ognuno di noi, in cuor suo sta lottando le sue battaglie.

    Group
    Administrator
    Posts
    4,931
    Location
    Italia

    Status
    Offline
    Apprezzatissima!! ^_^ Tu non sai quanta pena ho provato per la sua vita... Costretta a prendere i voti senza vocazione, giovanissima e piena di vita, costretta alla prigionia nel suo convento per colpa di un padre mostruoso. Non mi sono mai permessa di disprezzare questa donna che ha soltanto cercato uno spiraglio di luce nella sua tenebrosa e tormentata esistenza.
    Un crudele destino che moltissimo osavano giudicare con derisione e disprezzo.
    Leggerò volentieri questo libro! Grazie ^_^
    Ma toglimi una curiosità: uccise veramente le suore a conoscenza del suo segreto?
    E poi, cosa intendi per:<<violentata quando fu forzata a farsi monaca, violentata quando le badesse la costrinsero a fermarsi in convento, violentata quando l' Osio spezzò le sue resistenze, violentata quando le fu portata via la figlia, violentata quando fu torturata dal vicario criminale e poi sepolta viva, per 15 anni, in una miserabile celletta.>>
    Io provo orrore pensando a tutte le povere fanciulle costrette a farsi suore.
    Mi ricorda un'altra storia per la quale ho pianto dall'angoscia: Storia di una capinera.
    Una forma di denuncia contro la crudeltà della società e delle famiglie che non amavano i propri figli.
     
    Top
    .
  3.  
    .
    Avatar

    Dimmi in ciel Luna che fai

    Group
    Member
    Posts
    795
    Location
    Modena (Italia )

    Status
    Offline
    Carissima Marianna come sai esistono molti modi di essere violentata non solo fisicamente e molto spesso i mezzi coercitivi sono più crudeli forse della violenza stessa................dico forse.............

    Fu violentata perchè costretta a farsi Monaca : in quanto la famiglia non solo il padre/padrone congiurò perchè lei scegliesse di farsi monaca.............infatti ad una sua ribellione fu esiliata dalla famiglia stessa, guardata come una reietta un appestata. Sin da piccola alla giovane le furono regalate le bambole vestite da monaca, chiamata già badessa, gli unici vestiti che le facevano indossare erano quelli di unamonaca...........

    violentata perchè le badesse la costrinsero a fermarsi in convento...........perchè badesse e convento avevano tutti gli interessi affinchè scegliesse la vita monacale, viste le molte ingenti donazioni fatte dalla famiglia de Levya. La costrinsero con parole e attegiamenti suadenti, instillarono in lei il pensiero che quella vita di prigionia fosse la migliore

    violentata dall'Osio perchè la prima volta che divennero " intimi" lei venne sia moralmente ma anche fisicamente violentata dall'Osio che ancora la considerava come una ambita preda essendo lui un ben noto donnaiolo. Poi la sfortuna dell'Osio che se ne innamorò veramente e invece Virginia fu sempre dilaniata dal rimorso e divisa fra l'amore dell'Osio e il convento.

    La figlia alla fine le venne portata via nel senso che non potendo tenerla in convento venne affidata alla famiglia Osio; lei la vedeva perchè le veniva portata in convento , ma quando le cose si misero male , la perse di vista completamente.

    torturata dal vicario criminale e poi sepolta viva, per 15 anni : perchè quando venne presa dal Tribunale dell'Inquisizione e portata a Milano nel Convento ( non mi ricordo il nome ) ma dove c'erano le prostitute che si erano ravvedute o le donne perdute , per estorcele la confessione fu veramente sotto posta a torutra fisica ( bisogna leggere gli atti del suo processo terribili ) come lo spappolamento delle falangi delle mani. Alla fine venne condannata alla reclusione prima a vita e poi graziata dopo 15 anni , da S.Carlo Borromeo, alla reclusione in un piccolo carcerata la cui porta fu murata non fornito di luce cioè senza finestre e aveva solo un pertugio per l'aria e passare le vivande e il bugliolo per l'evacuazione.


    Si lei fu complice non uccise direttamente , lo fece l'Osio o i suoi sicari, ma lei fu complice di questi omicidi............ormai lei era stata coinvolta in questo turbinio di passione e morte dal quale forse non riusciva più a saltarci fuori. L'Osio commise questi omicidi per proteggerla perchè di fatto lui l'amò fino alla fine

     
    Top
    .
  4.  
    .
    Avatar

    Vivi una buona vita onorevole, così quando sarai vecchio e te la vedrai passare davanti agli occhi, potrai gioirne una seconda volta. Condividi la tua conoscenza e sii gentile con il prossimo, ognuno di noi, in cuor suo sta lottando le sue battaglie.

    Group
    Administrator
    Posts
    4,931
    Location
    Italia

    Status
    Offline
    Grazie Carissima ^_^ correrò in biblioteca con le ali ai piedi per leggere questo libro :)
    Sono realtà orribili e non ho mai giudicato questa vittima destinata all'infelicità... Ma sono rimasta molto colpita dalla sua forza vitale, in fondo ammirevole. Bisognerebbe chiedersi : è lei da condannare?
     
    Top
    .
  5.  
    .
    Avatar

    Dimmi in ciel Luna che fai

    Group
    Member
    Posts
    795
    Location
    Modena (Italia )

    Status
    Offline
    CITAZIONE (*Marianna* @ 15/1/2016, 10:45) 
    Grazie Carissima ^_^ correrò in biblioteca con le ali ai piedi per leggere questo libro :)
    Sono realtà orribili e non ho mai giudicato questa vittima destinata all'infelicità... Ma sono rimasta molto colpita dalla sua forza vitale, in fondo ammirevole. Bisognerebbe chiedersi : è lei da condannare?

    forse lei è da condannare perchè fu complice di omicidi....................ma tenendo ben presente di come fu distorta la sua personalità..........
    Venne ingabbiata in una vita ch edi fatto non voleva e quando trovò l'amore era cmq di base un amore malato e tragico.............il rimorso le mille imposizioni ebbero la meglio su di lei e non le permisero di vivere appieno cmq quello sprazzo di vita reale
     
    Top
    .
  6. Bianca Serena
     
    .

    User deleted


    Ansia questa storia!!! :o:
    Mi sembra di aver letto che per sciogliere una fattura sul suo conto questa vittima del mondo, ingurgitò le sue feci :blink: Mi sbaglio?!?!? Spero di sì!!
    Cmq un mondo senza pietà -_-
     
    Top
    .
  7.  
    .
    Avatar

    Dimmi in ciel Luna che fai

    Group
    Member
    Posts
    795
    Location
    Modena (Italia )

    Status
    Offline
    si certo è vero lei mangio le feci dell'Osio per togliersi diciamo così " la fattura " di essere succube di lui e di cedergli................ la suggestione che può fare

    giovannipaoloosio

    Ebbe una relazione con suor Virginia Maria de Leyva, meglio nota come la Monaca di Monza. Per coprire il fallo, Osio si macchiò di diversi delitti e misfatti, prima di essere condannato a morte in contumacia e ucciso a tradimento da alcuni suoi amici.

    Le vittime dell'Osio furono Giuseppe Molteno (contabile della de Leyva), la conversa Caterina Cassini da Meda, suor Benedetta Homati, suor Ottavia Ricci e il farmacista Rainerio Roncino (ucciso con una “archibuggiata” da Camillo detto il Rosso, sicario dell'Osio).

    Nel 1607, l'Osio venne condannato a morte in contumacia e, ricercato, si rifugiò a Milano presso i nobili Taverna suoi amici, ma essi lo tradirono e lo uccisero a bastonate e a pugnalate nei sotterranei del loro palazzo in corso Monforte, più che per incassare la taglia, che era stata offerta per la sua cattura, per opportunità politica. La sua testa mozzata fu poi gettata ai piedi del governatore spagnolo Fuentes.

    Ne I Promessi Sposi, noto romanzo di Alessandro Manzoni, Osio assume il nome di Egidio e sarà della Monaca di Monza, qui chiamata Gertrude.

    Da wikipedia enciclopedia online
     
    Top
    .
  8. ***Soraya***
     
    .

    User deleted


    Che storia macabra :cry:
    Poveretta in preda al terrore... Le suore di quel tempo dovevano essere pazze per non comprendere la tristezza di un cuore di donna che ha sete d'amore, una sete naturale al mondo.
    Perché questi padri hanno volutamente incatenare mogli e madri nelle prigioni dei matti?
    15anni chiusa!! Io sarei morta dall'orrore.. Poverina!
     
    Top
    .
  9.  
    .
    Avatar

    Dimmi in ciel Luna che fai

    Group
    Member
    Posts
    795
    Location
    Modena (Italia )

    Status
    Offline
    MONACA DI MONZA Il giallo della peccatrice

    virginia2

    Un piccolo testo che sfuggì a papa Ratti «Di una verace penitenza» di Federico Borromeo è stato curato da Ermanno Paccagnini (pubblichiamo parte della prefazione elaborata) per le edizioni La Vita Felice (pp. 160, 18.000 lire; informazioni allo 02.29524600). È la prima volta che il testo vede la luce integralmente, essendo sfuggito anche ad Achille Ratti, futuro Pio XI, convinto che l’ unico inedito esistente fosse l’ indice da lui ritrovato. INEDITI Vede la luce per la prima volta la vita di suor Virginia Maria de Leyva scritta dal cardinal Federico Borromeo. In cui si scopre la stima che provò per lei MONACA DI MONZA Il giallo della peccatrice di ERMANNO PACCAGNINI Domenica 25 novembre 1607 suor Virginia Maria de Leyva - che i posteri conosceranno come la «Monaca di Monza» ovvero la Gertrude dei Promessi Sposi - viene arrestata su ordine del cardinale Federico Borromeo, arcivescovo di Milano. Due giorni dopo comincerà il processo. Si susseguono colpi di scena burocraticamente registrati negli atti: due principali complici fuggono, l’ amante della monaca Gio. Paolo Osio (con cui concepì «un putto nato morto e una femmina», violando la clausura) cercò di far sparire due delle scomode testimoni gettandone una nel Lambro e un’ altra in un pozzo profondo fuori Monza. Di più: si ritrovano i resti di una ragazza assassinata dall’ amante di Virginia Maria in precedenza, mentre lo stesso Osio dalla latitanza scrive una lettera al Borromeo per scagionare l’ innamorata. Intanto gli interrogatori cominciano e Federico, man mano emergono i fatti, decide di abbandonare la sua posizione defilata, arrivando a chiedere al cardinal Mariano Perbenedetti di Camerino un vicario criminale estraneo al foro milanese, qualificato a trattare cause di stregoneria ed eresia. Entra così in scena Mamurio Lancillotto, un giurista implacabile che farà torturare la monaca e metterà a nudo i fatti. La sentenza non è lieve per una donna nobile che discendeva da banchieri che prestavano soldi ai papi e da aiutanti di campo dei Re di Spagna: dovrà essere murata viva in una cella, larga tre braccia e lunga cinque (vale a dire 3 metri per 1.80 circa), con un solo pertugio nella parete che le avrebbe consentito di ricevere cibo e luce a sufficienza per recitare il breviario, isolata da tutti e senza alcun conforto umano. Il luogo prescelto è la Pia Casa delle Convertite di Santa Valeria a Milano, dove erano ospitate un centinaio tra prostitute pentite, monache colpevoli di gravi reati; insomma «peccatrici indotte alla pudicizia e alla castità» per propria scelta o per costrizione. Su suor Virginia Maria cala il silenzio. Verrà interrotto solo tredici anni più tardi dal provvedimento di clemenza con cui, il 25 settembre 1622, il muro che ostruisce l’ entrata del suo camerino viene abbattuto e lei può rientrare nella comunità monastica di Santa Valeria. Ed è a questo punto che i rapporti con Federico si riallacciano, grazie anche all’ interesse che suscita la spiritualità di questa donna. A lei il cardinale chiede di intrattenere dialoghi epistolari con quelle monache che stanno attraversando momenti di debolezza o di crisi. In una di queste lettere, suor Virginia Maria rivela importanti annotazioni autobiografiche relative al periodo di «murata viva». Molte missive tra lei e il cardinale sono andate perdute, ma è certo che è in questo tempo, o comunque in un giorno dell’ estate 1627, che prende forma l’ idea di una biografia dal significativo titolo Di una verace penitenza (all’ interno di un volume che voleva raccogliere vite e storie esemplari) dedicata a questa donna eccezionale che è rimasta chiusa nella sua cella tredici anni tenendosi addosso gli stessi indumenti del primo giorno. Federico scrive in italiano, poi traduce in latino, lasciando in sospeso l’ ipotesi di recuperare i documenti del loro rapporto, attendendo per la vera conclusione anche la morte della monaca. Nota, tra l’ altro: «Nel principio della nuova vita, quando ella fece quella sua confessione... le fù impresso incontanente un’ amor grande verso tutti quelli che erano stati esecutori dei suoi gastighi, e singolarmente verso il giudice, stimando quello il maggior amico, ch’ ella giamai havesse havuto, et havea sommo desiderio di ringraziarlo, e rammaricarsi di haverlo contristato e turbato con le sue male opere, e desiderava di racquistare la sua gratia». Si badi bene: il giudice è Federico medesimo. Si era creato un rapporto di reciproca stima, indubbiamente spirituale, ma di difficile valutazione per noi oggi. Del resto, il Ripamonti che questa storia la conobbe molto bene, narrandola con minuzia di particolari, scrisse di lei: «È facile comprendere come da quel corpo, da quella bocca, da quell’ anima insieme colla verginità avesse preso commiato il pudore». Suor Virginia Maria de Leyva non consentirà a Federico di chiudere la biografia, ovviamente soltanto per motivi cronologici. Il porporato morirà il 21 settembre 1631. Nemmeno il suo amante Osio, che aveva riconosciuto la figlia nata dal loro rapporto, potrà assistere alla fine: inseguito da un mandato di cattura che ordinava di squartarlo in tanti pezzi quanti delitti aveva commesso, verrà tradito da un amico e giustiziato poco dopo la fine del processo alla monaca. Lei, invece, sopravviverà alla peste del 1630 e nemmeno il Ripamonti, che nel 1643 scriverà le sue Historiae patriae, potrà dirci della sua fine, limitandosi a notare: «Vive tuttodì, curva, vecchiarella, scarna, macilente, venerabile, cui difficilmente, a vederla qual’ è, ti figureresti che sia stata un tempo bella ed inonesta». Cancellata dall’ albero genealogico di famiglia per opera del fratello, morirà soltanto il 7 gennaio 1650. Federico aveva ringraziato Dio di averla conosciuta. Le sue parole sono il commento più bello a questa vita eccezionale: «Io non sò esplicare con parole quanto io stimi alto questo spirito, e questa dispositione dell’ animo quanto sia appresso di me ammirabile». Passione e morte nel Seicento 1576 Marianna de Leyva, la futura suor Virginia Maria, nasce a Milano, a Palazzo Marino 1591 Pronuncia i voti a Monza nel monastero di Santa Margherita Fine 500 Inizia la relazione con l’ Osio 1602-4 Nascono i due figli. Il primo muore subito; la seconda, Alma Francesca Margherita, verrà data a balia e se ne perdono le tracce 1607 È arrestata, processata e il 18 ottobre 1608 è murata viva per 13 anni 1622 Viene abbattuto il muro che ostruisce l’ entrata 1650 Il 7 gennaio muore nel monastero di Santa Valeria a Milano

    Paccagnini Ermanno

    dal sito : http://archiviostorico.corriere.it/2000/di...l?refresh_ce-cp

    fuga-3
     
    Top
    .
  10. ***Soraya***
     
    .

    User deleted


    Quante amarezze ha dovuto sopportare.
    Gli omicidi...beh! Ma cosa importava a loro della vita di quella Monaca fuori posto? Nella ceca disperazione gli eventi sfuggono dalla mente razionale..boh!
     
    Top
    .
  11.  
    .
    Avatar

    Dimmi in ciel Luna che fai

    Group
    Member
    Posts
    795
    Location
    Modena (Italia )

    Status
    Offline
    CITAZIONE (***Soraya*** @ 18/1/2016, 11:24) 
    Quante amarezze ha dovuto sopportare.
    Gli omicidi...beh! Ma cosa importava a loro della vita di quella Monaca fuori posto? Nella ceca disperazione gli eventi sfuggono dalla mente razionale..boh!

    E' vero Soraya in mezzo a tanta disperazione in mezzo a quel turbinio di passioni violente............anche la mente più ferma vacilla perde il lume
     
    Top
    .
  12. Lord Max
     
    .

    User deleted


    Come esprimersi.... Un po' troppo violenta nelle sue passioni? :)
     
    Top
    .
  13.  
    .
    Avatar

    Dimmi in ciel Luna che fai

    Group
    Member
    Posts
    795
    Location
    Modena (Italia )

    Status
    Offline
    CITAZIONE (Lord Max @ 21/1/2016, 16:27) 
    Come esprimersi.... Un po' troppo violenta nelle sue passioni? :)

    Forse si un tantinello caro Lord...........magari se avesse avuto altre possibilità nella vita ma allora per la donna di scelte non ce ne erano tante
     
    Top
    .
  14.  
    .
    Avatar

    Dimmi in ciel Luna che fai

    Group
    Member
    Posts
    795
    Location
    Modena (Italia )

    Status
    Offline
    Panorama storico-religioso dell’epoca


    2014milano-manzoni-verofalso


    L’esistenza di Marianna De Leyva, la nostra sr. Virginia che “prestò”, se così vogliamo dire, le sue generalità, alla conturbante figura letteraria della Gertrude manzoniana, si
    svolge a cavallo tra gli ultimi anni del XVI° secolo e il primo scorcio del XVII°.
    Tale epoca storica è caratterizzata, dal punto di vista religioso, dalla Riforma protestante da una parte, e dalla Controriforma cattolica dall’altra. Su di esse si imperniò, poi, tutto lo svolgersi della vita civile e sociale del seicento.
    Lo studio del devozionalismo cattolico, prendendo in considerazione l’aspetto del folklore devozionale ed analizzando le reazioni collettive nei “momenti di crisi”, ha messo in luce come, le paure comuni, esasperino le credenze magico-religiose (non solo a livello popolare) e ha evidenziato come, nel seicento in modo particolare, si evidenzino, fino a giungere all’esasperazione e al fanatismo, le reazioni irrazionali a ciò che è avvertito come “calamità sociale”, con la conseguente “fuga” nella superstizione, nelle pratiche magico-scaramantiche o nei riti paganeggianti, e nella caccia alle streghe o ai “diversi” (accattoni, giocolieri, vagabondi, …).
    Per stregoneria si intendeva un “maleficio” con intervento diabolico. Tanto la magia (detta magia bianca) quanto la stregoneria (la magia nera), erano radicati soprattutto nell’ ambito popolare e rurale ma traevano le loro origini dai ceti “alti”.
    Inoltre è da tener presente che il Rinascimento, con la promozione del sapere, favorì la ricerca culturale e quindi il “dubbio”: si riteneva che la mente del vero studioso dovesse essere aperta ad “ogni tipo di sapere”. Questi “ricercatori” tentavano di scoprire una realtà che trascendeva i dogmi ufficiali ed erano affascinati dalla possibilità di recuperare antiche arti perdute. Ad esempio, la massoneria attirò molti perché sembrava dare acceso ad una sapienza da tempo nascosto.
    Si giunse così, da parte di buona parte dell’elite colta, al rifiuto dei dogmi, anche se, si guardarono bene dal manifestare (e quindi tanto meno professare) la loro convinzioni miscredenti, nell’ambito civile, per timore di eventuali, possibilissime, reazioni da parte dell’autorità ecclesiale.
    La maggior parte della popolazione europea, come rileva Jean Delumeau, aveva, della fede cristiana, una concezione superficiale “in cui frammenti di dogmi si mescolavano a superstizioni nate nella notte dei tempi e a un politeismo mal camuffato”.
    Risulta evidente quindi, come, in tale contesto, sacro e profano si mescolassero dando vita a una religiosità formata da un “mix” alquanto particolare di autentica devozione e bassa superstizione.
    Infatti, accanto a pratiche inficiate di magismo e superstizione, c’erano anche espressioni di una fede vera ed autentica, profondamente radicata nella vita e nel cuore di molte persone appartenenti alle diverse classi sociali.
    Se il periodo caratterizzato dalla Riforma e dalla Controriforma, fu, da una parte il tempo della “caccia alle streghe”, non dobbiamo però dimenticare che esso fu anche l’epoca di grandi santi (basti a S. Filippo Neri o a S. Luigi Gonzaga).
    In quest’ottica, il caso di sr. Virginia De Leyva, risulterà esemplare per illustrare la mentalità dell’epoca.
    La vicenda di sr. Virginia è, come vedremo e come ben evidenzia Attilio Agnolotto, “un microcosmo che comprende oltre a malefici e sortilegi, tentazioni lussuriose e pratiche ascetico-disciplinari, la corruzione di certo clero (il prete Arrisone), l’uso di rimedi devozionali (ricorso all’esposizione del Santissimo Sacramento) e di esorcismi (intervento di frate Battista), la mistura di cedimenti erotici (le espressioni amorose dell’Osio) con esteriori osservanze (il pellegrinaggio dello stesso a Loreto)”.
    Di fronte a questo intersecarsi, a livello sociale, di “zolfo” e “acqua santa”, la Chiesa non rimase certo spettatrice inerme, ma intervenne energicamente.
    La Riforma e la Controriforma hanno molteplici punti in comune ed una stesa origine: entrambi sono eredi di una stessa tradizione umanistica e riformatrice ed entrambe volevano estirpare la superstizione ed inculcare una moralità nuova.
    Si criticava la religiosità superficiale che sconfinava nella superstizione e per far ciò si giunse ad apportare alcune modifiche anche alla prassi religiosa e ai riti liturgici nel tentativo di eliminare il lassismo morale dell’età precedente vivificando la vita di fede e morigerando i costumi morali. Riforma e Controriforma, benché in lotta tra loro, confluirono in pratica in un unico, grande moto di trasformazione delle usanze e della mentalità della vecchia Europa.
    A livello ecclesiale, però, se da una parte si insistette sull’applicazione dei decreti tridentini, dall’altra, il timore nutrito nei confronti del protestantesimo allora serpeggiante o addirittura imperante in alcune regioni europee, portò la Chiesa ad infierire, sulla vita religiosa sociale, tramite un’azione dell’Autorità ecclesiastica imperniata, non di rado, sulla repressione più severa di tutto ciò che “odorava” di “eresia” o anche solo di “pericoloso”.
    Quest’azione di “vigilanza” si esplicò con metodi e sistemi diversi. “C’erano - come ci informa Mario Bendiscioli - quelli propriamente più religiosi … della cura d’anime; ma non si applicavano meno quelli repressivi e punitivi... Ed a tali scopi taluni vescovi avevano addirittura rimesso in funzione una polizia vescovile anche nei riguardi di laici.

    dal sito : www.culturacattolica.it/default.asp?id=191&id_n=5402
     
    Top
    .
  15.  
    .
    Avatar

    Vivi una buona vita onorevole, così quando sarai vecchio e te la vedrai passare davanti agli occhi, potrai gioirne una seconda volta. Condividi la tua conoscenza e sii gentile con il prossimo, ognuno di noi, in cuor suo sta lottando le sue battaglie.

    Group
    Administrator
    Posts
    4,931
    Location
    Italia

    Status
    Offline
    Carissima ^_^
    approfondimento che calza a pennello ^_^
    Lo studio delle reazioni collettive nei “momenti di crisi”,di quel secolo, ha messo in luce come le paure comuni, esasperino le credenze magico-religiose aumentando fino a giungere all’esasperazione e al fanatismo, le reazioni irrazionali a ciò che è avvertito come “calamità sociale”, con la conseguente “protezione” nella superstizione, nelle pratiche magico-scaramantiche.
    :) Tempi tristi e per certi versi macabri che possono spiegare l'estremità di alcuni gesti... Questo Pianeta Terra o meglio gli esseri umani non si risparmiano le peggiori inventive.
    Il periodo delle persecuzioni alle streghe è molto complesso, da ragazzina ho letto un famosissimo libro a riguardo il Malleus Maleficarum.
    La superstizione non giustifica le atrocità commesse in passato!

    Edited by *Marianna* - 22/1/2016, 10:54
     
    Top
    .
48 replies since 14/1/2016, 12:12   1639 views
  Share  
.